Comunicato

Per la Torres le ultime ore sono state tremende.
Ai penosi risultati sul campo hanno fatto eco le dichiarazioni della società e dei suoi collaboratori.
Come se non bastasse - ma oramai ci siamo abituati - sono ripresi anche gli attacchi nei nostri confronti.
Ci accusano di lavorare per il fallimento della Torres, e di aver tramato contro Salvatore Sechi e la sua eventuale acquisizione della società.
Riteniamo, considerata la delicatezza del momento, di dover fare chiarezza, per rispetto di tutti coloro che fanno parte della Fondazione o ne condividono le finalità e il percorso intrapreso.
Quando, primi fra tutti, abbiamo denunciato pubblicamente la gestione Capitani, l'abbiamo fatto sulla base di numeri che evidenziavano la gravissima situazione in cui versava - e tuttora versa, soprattutto a causa degli errori di allora - la società.
Questo è bastato a qualcuno per accusarci strumentalmente di volere il fallimento della Torres, ma in realtà a noi interessava solo raccontare in che mani fosse finita la squadra della nostra città, e a cosa si stesse andando incontro.
Purtroppo il fallimento è un evento verificabile: questo abbiamo detto allora e questo ribadiamo, con due sole finalità.
In primo luogo lavoriamo per evitare tale sciagurata evenienza, in seconda battuta vogliamo arrivare preparati al peggio, così da attivarci con l'immediatezza necessaria.
Questo non è stato inteso da tutti nel giusto senso, e c'è chi prova ad alimentare polemiche di bassa lega. Sono gli stessi, probabilmente, che sostengono la nostra ostilità nei confronti di Salvatore Sechi.
In questi mesi abbiamo interagito con molti soggetti interessati al simbolo calcistico e sportivo più antico della Sardegna: amministratori, politici, imprenditori, giornalisti, professionisti e appassionati.
L'abbiamo fatto con discrezione e non per una effimera ricerca di celebrità. L'abbiamo fatto per trovare una soluzione al problema, con il preciso e dichiarato proposito di non interagire con chi ha assecondato l’opera di Domenico Capitani. Di loro e dei loro collaboratori passati non ci fidiamo: sapevano, hanno taciuto e ora magari sono tra i primi ad accusare la gestione Piraino.
Contrariamente a quanto sostenuto falsamente da chi, ormai da tempo, non ha più argomenti, la Fondazione non ha nessuna preclusione verso nessuno, tantomeno verso Salvatore Sechi, che abbiamo incontrato anche oggi nella più assoluta e reciproca disponibilità al dialogo.
Dal confronto odierno, peraltro, è emersa la comune indisponibilità verso chi è stato, o è tuttora, protagonista della crisi che la Torres sta vivendo. Altro elemento comune è stata la convinzione che per ripartire serva un progetto serio, trasparente e condiviso, ma anche strutturato, ambizioso e radicato nel territorio.
Tutti i soggetti interessati devono remare nella stessa direzione, per amore di Sassari e della sua squadra di calcio.
Nel frattempo, attendiamo di disporre del bilancio aggiornato al 30 giugno 2016: in base alle risultanze, agiremo con tutti i mezzi leciti e in tutte le sedi opportune per tutelare la Torres.
La Fondazione è nata per tutelare il suo buon nome e i valori che ha rappresentato e che continua a rappresentare, nonostante tutto, continuerà a farlo, costi quel che costi.

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